Archivi categoria: Diritto di famiglia

ASSEGNO DI DIVORZIO E RISARCIMENTO DEL DANNO

Nella determinazione dell’assegno di mantenimento, si può tenere in considerazione il risarcimento del danno da fatto illecito ancora non conseguito?

La Corte di Cassazione (sez. I, 10 luglio 2008, n. 19064) risponde negativamente, affermando che pur rilevando sul piano giudiziario ogni elemento di prova anche fiscale delle situazioni reddituali e patrimoniali delle parti per riconoscere il diritto all’assegno e determinarne la misura in favore di una di esse (tra molte, di recente cfr. Cass. 7 dicembre 2007 n. 25618), il giudice del merito non può comunque tenere conto di future e ipotetiche reintegrazioni per equivalente dei danni da illecito extracontrattuale subiti da una delle parti, prima che le relative somme siano state introitate dal danneggiato, non costituendo elemento di valutazione per qualsiasi mantenimento a carico del soggetto che ha subito il danno la sola possibile ed eventuale liquidazione del futuro risarcimento in suo favore.
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SEPARAZIONE: CASA FAMILIARE E RELAZIONE MORE UXORIO DEL CONIUGE AFFIDATARIO

In tema di separazione dei coniugi, vige il criterio della preferenza dell’assegnazione della casa coniugale al coniuge separato affidatario della prole, stabilito dall’art. 155, comma 4, c.c. per soddisfare l’interesse del figlio minore alla conservazione dell’habitat domestico.
Questo va inteso come centro degli affetti, interessi e consuetudini nei quali si esprime e si articola la vita familiare.
Per tale ragione, la Corte di Cassazione (Sez. I, 16 aprile 2008, n. 9995) ha cassato con rinvio la decisione con la quale i giudici di merito avevano restituito al ricorrente la casa coniugale di sua proprietà, giacché la moglie intratteneva una relazione “more uxorio” con un altro uomo, stabilmente introdotto nella abitazione, divenuta centro di riferimento degli affari imprenditoriali del convivente.
La Corte ha preliminarmente chiarito che, nel caso di specie, non poteva trovare applicazione l’art. 155 quater c.c., introdotto dalla novella di cui alla l. n. 54/06, in forza del quale “il diritto al godimento della casa familiare viene meno nel caso che l’assegnatario conviva “more uxorio””, atteso che i fatti di causa erano anteriori all’entrata in vigore della nuova disciplina; difatti, al di fuori della previsione di cui all’art. 4, comma 1, l. n. 54/06, dette disposizioni non possono trovare applicazione, non contenendo la novella del 2006 alcuna disposizione che deroghi al principio generale della irretroattività della legge, sancito dall’art. 11 delle preleggi.
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Criteri per la determinazione dell'assegno di mantenimento

Il Giudice di merito, previo accertamento della sussistenza del diritto al mantenimento, deve considerare il contesto economico e sociale caratterizzante la vita dei coniugi durante la convivenza al fine di valutare la congruità dell’assegno in ordine alle esigenze del coniuge economicamente più debole.
Cassazione civile , sez. I, 29 febbraio 2008, n. 5443
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Revisione assegno di mantenimento

La vendita di un immobile da parte dell’obbligato al versamento dell’assegno di mantenimento non comporta la riduzione dell’importo dell’assegno stesso.
La cessione del bene anche se fonte di reddito per l’obbligato non costituisce di per sé giustificato motivo di revisione della somma stabilita in sede di separazione in favore dell’altro coniuge.
Per ottenere dal giudice la riduzione dell’assegno non è sufficiente far presente un semplice peggioramento delle proprie condizioni economiche, essendo necessario dimostrare che in seguito all’atto di disposizione è cambiato il complessivo equilibrio economico fissato in sede di separazione.
Cassazione civile , sez. I, 08 maggio 2008, n. 11487
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Condannata la madre che ha impedito al figlio minore di frequentare le vacanze con il padre

Con il decreto in esame, la Corte d’Appello di Firenze ha condannato una madre al risarcimento del danno subito dal minore, per avergli impedito di passare le vacanze estive con il padre.
Il danno è stato liquidato equitativamente, in base al procedimento ex art. 703 ter c.p.c.,  in 650,00 euro.
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Addebito separazione. Religione professata dal coniuge.

Il comportamento di un coniuge consistente nel mutamento di fede religiosa (nella specie da religione cattolica a testimoni di Geova), rispetto a quella praticata al momento della celebrazione del matrimonio, si ricollega all’esercizio dei diritti garantiti dall’art. 19 cost. e non può avere rilevanza come motivo di addebito della separazione, o come ragione incidente nell’affidamento dei figli, se ed in quanto non superi i limiti di compatibilità con i concorrenti doveri di coniuge o di genitore per le forme del comportamento adottate.
Cassazione civile , sez. I, 07 febbraio 1995, n. 1401